Draglesque: intervista a Lilly Love

Draglesque: intervista a Lilly Love

Il Draglesque, ovvero una delle sfumature del burlesque, raccontato dalla drag queen Lilly Love

Lo scroscio degli applausi è il suono più bello di cui un artista può godere.
Vedere questo gesto, così carico di significato, associato ad un’esultanza meschina è stata una sconfitta per il nostro Paese.

A darci una lezione sull’inclusività e la libertà di esprimere sé stessi – forse – potrebbe essere proprio il mondo del Burlesque.
Il palcoscenico è come una mamma buona che accoglie tutti i suoi figli assecondando la loro natura.

Per questo che Burlesque.it vuole andare oltre la visione convenzionale di quest’arte, parlando di una delle sue tante sfumature: il Draglesque.

A guidarci in questo scintillante viaggio con la sua eleganza e grazia l’iconica Lilly Love!

Lilly Love
Lilly Love, ph Alberto Degano

Lilly Love: da ragazza di campagna a diva del Plastic

Chi è Lilly Love?

Lilly Love è una ragazza di campagna molto ambiziosa, sicura di sé e del suo talento, incompresa da tutti nel suo luogo d’origine, che appena può coglie l’occasione per scappare nella grande città per ambire a diventare una showgirl, un’icona di autenticità e di stile. Ma soprattutto un punto di riferimento per la sua comunità.

Lilly Love è un po’ simile al cliché della storia di Belle Poitrine del libro Povera Piccina (Little Me) di Patrick Dennis o per intenderci al personaggio di Nomi Malone in Showgirls.

Lilly Love
Lilly Love, ph Federica Trojano

Siamo curiosi! Vuoi raccontarci il percorso che ti ha portata a diventare una professional drag queen?

Come raccontavo un po’ nella risposta precedente, la descrizione del mio personaggio corrisponde abbastanza alla realtà. Sin da piccolo ho sempre amato travestirmi, la mia prima foto sui tacchi risale a quando avevo un anno e mezzo e, in età adolescenziale dopo aver fatto coming out, vidi il mio primo spettacolo drag e ne rimasi affascinato.

Da lì a 16 anni partecipai al primo concorso per drag queen emergenti che si svolgeva nell’unica discoteca gay della Sardegna, e lo vinsi, così non smisi mai più di performare in drag, era il 2008.

Continuai la mia carriera in Sardegna lavorando tra cabaret show e discoteca, sino a vincere il titolo di Miss Drag Queen Sardegna nel 2013, era giunto il momento per me di spostarmi in un luogo in cui poter sviluppare il mio personaggio, decisi di trasferirmi a Milano. Una città in cui ero già stata in precedenza e avevo già scoperto il potenziale della vita notturna, la scena dell’arte performativa underground.

Iniziai a farmi conoscere uscendo in drag più volte a settimana nei vari locali e varie serate come ad esempio il Popstarz, ma soprattutto al Plastic, locale storico di Milano di cui sono attualmente resident Diva ogni sabato.

Milano è stata definitivamente la svolta della mia carriera. Non solo ho coltivato il mio personaggio come showgirl, ma ho iniziato anche a lavorare come modella, cosa inusuale al tempo in Italia per una drag queen, ora invece la cosa è più sdoganata.

Inoltre ho avuto l’occasione di relazionarmi con varie personalità del mondo dell’arte, musica, cinema e spettacolo che hanno influenzato senza dubbio il mio personaggio nella sua evoluzione.

Lilly Love
Lilly Love, ph Federica Trojano

Un secolo di showgirls

Hai dei personaggi a cui ti ispiri?

Assolutamente, di base mi ispiro a tutto l’immaginario delle showgirl che va dagli anni ’20 fino agli anni ’70, passando poi per l’erotismo degli anni ’80/’90, sono un po’ contaminata anche dall’immaginario pop femminile dei 2000 avendoli vissuti.

Le mie icone di riferimento sono diverse, sia a livello intellettuale che a livello estetico, per citarne alcune tra le più famose Jean Harlow, Gina Lollobrigida, Sandra Milo, Marilyn Monroe, Sofia Loren, Jayne Mansfield.

Per passare poi ad esempi come Madonna, Kylie Minogue e Moana Pozzi. Insomma, amo le donne rivoluzionarie, forti, e bellissime che con la loro intelligenza, il loro corpo e la loro arte, sono state capaci di segnare la storia del femminismo.

Per quanto riguarda la mia estetica, penso che a livello di visage, l’iconografia che rappresenta di più il volto di Lilly Love è sicuramente l’estetica delle ballerine in Sweet Charity di Bob Fosse quando si esibiscono in Big Spender. È un’estetica perfetta, estremamente camp, che trovo si adatti perfettamente al mio personaggio, probabilmente in un’altra vita ero una di loro.

Lilly Love
Lilly Love, ph Vincenzo D’Ambrosio

Draglesque: Burlesque en travestì

Quando ti sei avvicinata al Draglesque?

Mi sono avvicinata alla cultura burlesque molto inconsapevolmente, dopo un anno che avevo iniziato a fare drag e performavo sulle note delle pop star come Britney Spears, Christina Aguilera o le Pussycat Dolls, col tempo capì che dovevo avere un personaggio più definito se volevo andare avanti con questa carriera, e quindi sfogai completamente la mia fantasia.

Sono sempre stata affascinata dal mondo delle showgirls come ho già detto in precedenza, e da lì cercai di emulare il look delle pin up sul mio corpo quando mi mettevo in drag, e la cosa fece assolutamente successo! Da lì iniziai nel 2010 a performare numeri di burlesque senza chiamarlo draglesque, fondamentalmente facevo burlesque en travestì.

 

Come descriveresti un’esibizione di Draglesque ad uno spettatore che non ne ha mai sentito parlare?

Il termine Draglesque mi confonde. Riflettendoci, l’arte del Burlesque prescinde dal fatto che io faccia drag. Penso che il burlesque, come tutte le arti performative, sia in continua evoluzione: noi drag queens siamo delle showgirls en travestì e mi piace pensare che anche l’arte drag sia burlesque.

L’arte del burlesque prescinde dal genere, dalla sessualità e anche dallo strip tease. Ovviamente c’è poi chi come me si ispira coscientemente a questa cultura a livello storico/iconografico.

Lilly Love
Lilly Love, ph Vittorio Schiavo

A proposito di spettatori, com’è il tuo rapporto con il pubblico?

Amo il mio pubblico, qualunque esso sia, l’importante è sempre che ci sia rispetto. Amo la chimica che si crea con gli spettatori, mi piace intrattenere il pubblico, ammaliarlo, incuriosirlo, ma anche farlo divertire.

L’applauso finale alla fine di un numero è l’energia più grande che posso ricevere, è la magia che mi rigenera e mi fa stare bene.

 

Rispetto agli altri paesi, da noi il Draglesque è ancora poco conosciuto. Ti è mai capitato di confrontarti con artisti stranieri?

Assolutamente sì, nel 2017 sono stata invitata a rappresentare il Plastic al Life-Ball di Vienna, il tema quell’anno era proprio Burlesque, e lì ebbi l’occasione di conoscere tante mie colleghe drag con uno stile simile al mio, come ad esempio la spagnola Venedita Von Dash, la superstar internazionale Violet Chachki, ed una delle mie più grandi ispirazioni Amanda Lepore.

Tutto questo insieme a buona parte della scena drag-club kid-burlesque di New York City, tra cui la leggendaria Dirty Martini.

L’anno seguente ho avuto l’occasione di performare a Londra al The Glory, e nel 2019 al Royal Vauxhall Tavern, ambienti in cui la scena burlesque si mischia meravigliosamente con la scena drag senza pregiudizio di genere.

Lilly Love
Lilly Love, after show al Royal Vauxhall Tavern di Londra, 2019

L’arte del Burlesque, in tutte le sue sfumature, porta avanti il concetto di inclusività. Lilly, quale messaggio vuole diffondere quando sale sul palco?

Per me è molto importante che si capisca che fare drag è il mezzo tramite il quale esprimo la mia creatività e il mio potenziale, ma io prima di essere una drag queen mi considero una showgirl, un’artista a 360 gradi, e voglio che il pubblico mi veda senza pregiudizi, cogliendo l’essenza della mia fantasia femminile.

 

Dove potremo incontrare Lilly Love nel futuro prossimo?

Sicuramente con la ripresa post pandemia e la riapertura dei locali, ho avuto l’occasione di performare molto più di prima, in giro per Milano e non solo, vorrei trovare un palco fisso di un cabaret in cui performare.

Spero di poter tornare sul palco del Plastic Club che è il club del mio cuore e non nego che mi piacerebbe partecipare alla prossima edizione di Drag Race Italia.

Lilly Love
Lilly Love backstage al Drag Lab di Manchester, 2018

Maria Giovanna Tarullo

Maria Giovanna Tarullo è una giornalista pubblicista che nutre uno spiccato interesse per il mondo del Burlesque. A catturare la sua attenzione la regina del new burlesque Dita Von Teese, così nel maggio 2013 apre su Facebook la fanpage italiana a lei dedicata che ad oggi conta oltre 7000 followers. Nell'aprile 2016 inizia la sua collaborazione con il portale Burlesque News. Grazie a quest'esperienza, conclusasi nel dicembre 2018, è riuscita ad approfondire ed accrescere la sua passione per il Burlesque ed i suoi protagonisti. Il suo obiettivo far conoscere questa meravigliosa arte al maggior numero di persone possibile!