Intervista a Isa BO: il burlesque tra video e palco

Intervista a Isa BO: il burlesque tra video e palco

Isa BO, burlesque performer e regista, è la seconda italiana sul podio dei World Burlesque Games 2020, insieme a Ginevra Joyce. In quest’intervista ci svela i segreti e le persone dietro l’act che ha portato alla competizione, ma anche il suo punto di vista sul burlesque contemporaneo.

Dopo aver celebrato Ginevra Joyce, la vincitrice dell’edizione 2020 dei World Burlesque Games, incontriamo la seconda classificata: l’eclettica burlesque performer Isa Bo.

Isa BO
Isa BO

Sei soddisfatta del secondo posto al World Burlesque Games?

L’invito di Chaz Royal (direttore artistico del World Burlesque Games di Londra) a partecipare all’edizione di quest’anno è arrivato al momento giusto, quando stavo finalmente completando la performance dopo una lunga gestazione.

Sono felice del premio perché non è solo mio, è condiviso con tante mani e tanti cuori che, insieme a me, hanno contribuito a questo atto creativo.
Al di là dello spettacolo che per me è sempre un pretesto, il nostro, è stato un piccolo rito collettivo di rinascita, un esorcismo di costruzione simbolica rispetto ad un periodo oscuro che nasconde ogni prospettiva futura.

Mi fa piacere condividere il podio con Ginevra Joyce, italiana come me e sicuramente, attualmente, la migliore interprete del classico.
Spesso, ai festival si predilige la tradizione rispetto alla sperimentazione ma questa edizione è stata piena di idee; ho visto tutti gli act e sono fiera delle newcomers, (le “nuove leve”) che dimostrano grande coraggio creativo. Il mio colpo di fulmine è Harpy Queen!

Il vero premio è stato far parte di un evento in cui abbiamo dimostrato di essere una comunità mondiale unita e attiva, nonostante tutto: anche se lo spazio scenico è virtuale, noi ci siamo con i nostri corpi, le nostre storie e la nostra fede, perché oggi soprattutto, creare è un atto di fede.

Isa BO
Isa BO

Anche tu come Ginevra Joyce hai dovuto presentare una video esibizione. Come hai concepito questo act?

Odio il teatro filmato che è inevitabilmente la mortificazione dello spettacolo dal vivo. Però l’immagine è la mia lingua madre, sono una regista e poter comunicare usando il corpo e lo sguardo, mi ha permesso di sperimentare.

Non ho voluto simulare uno spazio scenico reale, ho scelto il buio di un non-luogo e un disegno di luce che assecondasse l’idea di un’emersione dalle tenebre. La regia del video è condivisa con la mia anima gemella, Umberto Petrocelli e il disegno di luce di Alessandro Milo. Il mio spazio di volo è “The Black Lodge Project Roma”, grazie alla complicità senza riserve di Yuri Spalletta e l’assistenza spirituale di Andrea Imperio, make up artist.

I costumi sono una parte fondamentale nelle tue performance. Cosa vuoi esprimere attraverso di essi? 

Del Burlesque mi piace il fatto che, i costumi, gli “addobbi” che si scelgono, ci espongano in modo molto più intimo di quanto siamo esposte/i quando li togliamo. È un paradosso bellissimo secondo me. Ogni ricamo, taglio, cucitura, frangia, raccontano una specifica e irripetibile visione del mondo.
La creazione dei miei costumi, riserva sempre dei aneddoti epici perché ogni volta mi imbarco in imprese titaniche che mi fanno sempre maledire le mie idee ma alla fine tutto magicamente si compie.

La storia di questo numero, è la storia di tante persone. Mia madre, artefice, complice e profeta, prima che io nascessi, disegnò una falena con il cilindro e gli occhi sulle ali, la stampa di questo foulard incorniciata in salotto mi ha ossessionata fin da piccola.

Questi sono gli artisti che hanno portato la mia falena dal mondo delle idee a quello della realtà.
Le ali sono state realizzate da mia mamma insieme a Giancarla Tenca e Rachele Salerno, restauratrice di tessuti, con uno scampolo vintage della famosa seta di Como (la mia città), e sono state dipinte a mano da Elena Casiglio, pittrice.
Il corsetto è opera dallo scultore Alessandro Di Cola sulla base di un “calco rituale” del mio busto, che ha costruito lo scrigno di viscere, farfalle e luce, tutti i dettagli e i miei due cuori.
Le culotte di latex sono state realizzate su misura da BlackCrystalLatex e ricamate a mano da Nicola Ragni.
Le calze e i guanti di latex sono rispettivamente di Libidex e Dead Lotus Couture di Londra.
Gli stivali sono un esemplare unico realizzato da un designer marchigiano.

Un fotogramma dell'esibizione di Isa BO ai World Burlesque Games 2020
Un fotogramma dell’esibizione di Isa BO ai World Burlesque Games 2020

Sul costume di questo act spiccano degli occhi indagatori. Quale sensazione avevi intenzione di suscitare nello spettatore?

Mi piacciono le falene perché sono creature di confine, animali notturni che sanno muoversi con impavida grazia nell’oscurità, sono sentinelle tra i mondi. Nel tempo, ho trovato un mio modo di flirtare con l’abisso e mi piaceva raccontare con un numero la possibilità di aprire altri occhi quando quelli che abbiamo non bastano per abbandonarsi a un sentire istintivo che amplifica la visione.

La mia falena non vede, mi esibisco al buio usando solo il tatto, gli occhi, simbolicamente, si trovano in punti sensibili e fragili: le ali, le mani, il cuore, il sesso.

Nico Vascellari (un artista multimediale contemporaneo) ha coniato questo slogan che sintetizza l’attitudine che ogni spirito creativo dovrebbe adottare in questo momento: “In Dark Times We Must Dream With Open Eyes” (in tempi bui, dobbiamo sognare a occhi aperti). Non può e non deve cessare l’esplorazione e se non si può uscire, forse, è il momento di entrare in profondità. Mi piace pensare che il debutto di questo act , proprio adesso, non sia casuale.

Isa BO
Isa BO

Tu sei un’artista a 360°gradi, dal tuo punto di vista perché il settore della cultura e spettacolo è stato reso così marginale in questo momento storico?

Non so se il Burlesque sia un’arte, io lo vedo più come un linguaggio con dei suoi codici di base da cui partire per poter comunicare qualcosa. Chi fa cultura o spettacolo, oltre a fare del sano intrattenimento, è inevitabilmente portatore di senso. Parliamo di due settori che, innanzitutto, producono più senso che denaro, sono economicamente poco performanti e quindi trascurabili. Inoltre, ogni atto di comunicazione è pericoloso perché ha la conseguenza scomoda di indurre il pubblico a riflettere.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho un grande feticismo per le storie e per gli esseri umani, da anni sto raccogliendo materiale (show, backstage, interviste), durante i miei viaggi in giro per l’Italia e all’estero; lo spettacolo è il pretesto per arrivare a qualcos’altro: conoscere me e degli altri da un punto di vista assolutamente privilegiato. Sta diventando un documentario.

Maria Giovanna Tarullo

Maria Giovanna Tarullo è una giornalista pubblicista che nutre uno spiccato interesse per il mondo del Burlesque. A catturare la sua attenzione la regina del new burlesque Dita Von Teese, così nel maggio 2013 apre su Facebook la fanpage italiana a lei dedicata che ad oggi conta oltre 7000 followers. Nell'aprile 2016 inizia la sua collaborazione con il portale Burlesque News. Grazie a quest'esperienza, conclusasi nel dicembre 2018, è riuscita ad approfondire ed accrescere la sua passione per il Burlesque ed i suoi protagonisti. Il suo obiettivo far conoscere questa meravigliosa arte al maggior numero di persone possibile!