Vargas Girl: 60 anni di elegante seduzione

Vargas Girl: 60 anni di elegante seduzione

Scopriamo le raffinate, inconfondibili pin-up di Alberto Vargas, dalle Ziegfeld Folies a Hollywood, da Esquire a Playboy.

Joaquin Alberto Vargas Y Chavez (Arequipa, 9 febbraio 1896 – Los Angeles, 30 dicembre 1982) fu un illustratore e pittore celebre per le sue ragazze pin – up.

Trasferitosi dal Perù agli USA nel 1916, iniziò a usare l’aerografo già da bambino su insegnamento del padre, fotografo di successo, che utilizzava lo strumento per il ritocco delle fotografie. Durante un viaggio a Parigi nel 1911 Vargas conobbe l’arte dei grandi artisti Jean-Auguste-Dominique Ingres e Raphael Kirchner rimanendo tecnicamente influenzato soprattutto da quest’ultimo. Una volta stabilitosi a New York, cominciò a lavorare ritoccando fotografie grazie all’abilità nell’uso dell’aerografo e facendo proprio lo stile di Kirchner, soprattutto nell’approccio delle figure femminili.

 

Le showgirl delle Ziegfeld Follies

Nel 1917 il produttore e impresario teatrale Florenz Ziegfeld, dopo aver visto una mostra di Vargas e averne apprezzato le affinità stilistiche con Kirchner, lo ingaggiò proprio in sostituzione di quest’ultimo, che era appena mancato lasciandolo senza un illustratore per le locandine del suo celebre spettacolo teatrale, le Ziegfeld Follies. I due collaborarono per oltre un decennio e Vargas ebbe modo di ritrarre tutte le personalità importanti e le stelle di Broadway.

In questa fase della sua carriera, l’artista iniziò sviluppare effettivamente il carattere della sua arte: le figure femminili erano molto sensuali e piuttosto idealizzate nelle forme, quasi a glorificarne la grazia e la bellezza. Nei suoi lavori iniziali non erano mai presenti immagini di nudo esplicito, se non in alcune illustrazioni che probabilmente furono realizzate dall’artista su richiesta per sanare difficoltà economiche (pare non fosse abile ad amministrare le proprie finanze).

Il manifesto di Alberto Vargas per le "Ziegfled Follies" del 1917, riprodotto sulla copertina di uno spartito
Il manifesto di Alberto Vargas per le “Ziegfled Follies” del 1917, riprodotto sulla copertina di uno spartito

 

Le dive di Hollywood

Con l’arrivo della Grande Depressione e il conseguente declino delle Ziegfeld Follies, Vargas decise di trasferirsi a Los Angeles, sperando di ottenere lavori migliori.

Riuscì così a dipingere per le maggiori case di produzione cinematografica come la Warner e la 20th CenturyFox, progettando scenografie, realizzando locandine e poster dei film e avendo la possibilità di ritrarre innumerevoli star del cinema, tra le quali Marilyn Monroe, Greta Garbo, Shirley Temple, Marlene Dietrich, Hedy Lamarr, Ava Gardner e molte altre.

L'attrice Hedy Lamarr ritratta da Alberto Vargas
L’attrice Hedy Lamarr ritratta da Alberto Vargas

 

Le pin-up di Esquire Magazine

Nel 1939 l’artista si spostò nuovamente e tornò a New York, dove, per la seconda volta nella sua vita, venne assunto in sostituzione di un artista importante.

La rivista maschile Esquire Magazine aveva perso il suo illustratore di successo, George Petty, a causa di diatribe legali legate al contratto divenuto sempre più limitante per l’artista, il cui successo era balzato alle stelle in brevissimo tempo. Si trattava di un incarico molto prestigioso, dal momento che la cosiddetta Petty Girl – il nome generico che indicava tutte le pin-up create da Petty – aveva contribuito sostanzialmente alla crescita e al successo dell’intera rivista, come anche dell’artista stesso. Vargas fu l’unico all’altezza del suo predecessore e fu assunto con un ricco contratto di esclusiva che sarebbe dovuto durare fino al 1957.

Illustrazione di Alberto Vargas per Esquire Magazine
Illustrazione di Alberto Vargas per Esquire Magazine

Per questo lavoro, la rivista gli impose di abbreviare il suo nome in Varga per renderlo più esotico e dopo un anno di inquieta convivenza, la Petty Girl lasciò il posto, insieme al suo creatore, alla Varga Girl.

Le illustrazioni raggiunsero un successo enorme anche tra le truppe che si trovavano all’estero e avevano nostalgia di casa. Il ritratto dell’attrice Betty Grable per esempio, fu un best seller e divenne una vera e propria icona tra le illustrazioni di Vargas. La donna, insieme a Tempest Storm, Gypsy Rose Lee e altre burlesque performer, contribuì al conio del termine pin-up grazie alle sue pose e alle sue famose gambe (assicurate per un milione di dollari). Betty era famosissima durante la guerra e successivamente fu assai gratificata a livello nazionale per il suo sostegno ai soldati impegnati all’estero, seppur tramite la propria immagine appesa in ogni armadietto.

L'attrice Betty Grable ritratta da Alberto Vargas
L’attrice Betty Grable ritratta da Alberto Vargas

 

Un nuovo ideale femminile

Oltre alla modifica del suo nome, Vargas dovette altresì accettare di adeguare alcuni elementi stilistici e formali nella rappresentazione dei corpi femminili.

La moglie Anna Mae infatti, sua modella e musa ispiratrice da sempre, nonché ex showgirl delle Ziegfeld Follies, incarnava una bellezza glamour tipicamente anni ’30 con le sue raffinate fattezze sottili e allungate. Esquire impose di sostituirla in favore di altre modelle che avessero una fisicità più arrotondata e più consona ai canoni estetici che in quel momento storico stavano radicalmente cambiando. La Varga Girl di questo periodo si presenta dunque con forme più sinuose, perfettamente in linea con l’immagine della donna anni ’50, piuttosto differente dalla tendenza alla linearità filiforme delle sue illustrazioni precedenti.

Una delle modelle preferite da Alberto Vargas, la bruna Irish McCalla, diventa bionda nell'opera conclusa
Una delle modelle preferite da Alberto Vargas, la bruna Irish McCalla, diventa bionda nell’opera conclusa

 

Donne al telefono

Per Esquire, che aveva raggiunto vendite altissime grazie alla Petty Girl, era importante mantenere una formula compositiva vincente che garantisse continuità nelle vendite nonostante la sostituzione dell’artista. La rivista impose quindi a Vargas di illustrare pin-up impegnate nell’utilizzo di oggetti specifici, in particolar modo il telefono.

L’oggetto, infatti, era stato molto apprezzato nelle illustrazioni di Petty, ed era diventato un’icona con un impatto culturale tale da «non poter vedere una donna che parlava al telefono senza pensare a una Petty Girl» (1)Williams, Linda, Porn Studies, Durham, Duke University Press, 2004, p. 350., come scrisse la critica. Il telefono dunque, era diventato un vero strumento di seduzione nelle mani di queste ragazze. L’oggetto comunicava l’idea di una situazione intima, al pari di una chiamata personale tra il soggetto e lo spettatore. Al tempo stesso, paradossalmente, quella stessa situazione privata era estesa su larga scala tramite la grande diffusione di queste immagini.

Una Varga Girl al telefono per Esquire Magazine
Una Varga Girl al telefono per Esquire Magazine

 

L’inconfondibile Varga Girl

Nonostante tutte queste imposizioni, lo stile di Vargas non perse mai le sue caratteristiche uniche e il suo tratto mantenne la tendenza all’idealizzazione dei corpi e alla resa quasi onirica degli stessi. I suoi soggetti erano trasformati in un vero sogno ad occhi aperti. I corpi femminili risaltano nella loro delicatezza, in totale contrasto con lo sfondo neutro e privo di contesto o ambientazione. La scelta di privilegiare punti di vista alternativi, di favorire le diagonali del corpo e illustrare i soggetti in obliquo sul foglio verso un punto di fuga che sconfina spesso dallo stesso, sono tutti elementi che contribuiscono a conferire ai soggetti il senso di leggerezza e di soave volo.

La grazia e la leggiadria nei movimenti delle membra della Varga Girl dunque, fecero presto figurare la Petty Girl come pesante, statica, con le gambe più muscolose, quindi meno femminili per l’epoca. Vargas riuscì non solo a soddisfare le richieste pressanti di Esquire, ma a imporre a sua volta il proprio stile unico e personale, diventando come Petty prima di lui, un artista amato e molto richiesto dal proprio pubblico.

Vargas Girl e Petty Girl a confronto
Vargas Girl e Petty Girl a confronto

 

Vargas vs. Esquire

Resosi conto nel tempo che anche il proprio contratto era diventato eccessivamente vincolante per il suo lavoro e visto l’ormai consolidato successo dei suoi dipinti anche al di fuori della rivista (grazie alla clausola di esclusiva, Esquire percepiva ben il 50% dei suoi guadagni generali), Vargas decise di sciogliere il contratto, dando inizio, come Petty prima di lui, a un’accesa battaglia legale. La vicenda si concluse nel 1950, con il divieto, per l’artista, di utilizzare il nome Varga con cui era ormai divenuto popolare, poiché brevettato da Esquire e quindi non di sua proprietà.

L’artista dovette rimettersi in gioco in seguito a questa spiacevole diatriba, e visse per tutti gli anni ’50 lavorando per riviste minori e dipingendo quadri cercando di risollevarsi. Ciò gli permise tuttavia di perfezionare la sua tecnica.

Illustrazione di Alberto Vargas per Esquire Magazine
Illustrazione di Alberto Vargas per Esquire Magazine

 

Playboy

Negli anni ’60 arrivò l’ingaggio che lo consacrò come immortale al pubblico: fu assunto dalla rivista Playboy, per la quale inizialmente realizzò una serie di nudi pieghevoli. La collaborazione con Playboy fu assai longeva e prolifica: in quasi 20 anni di lavoro l’artista realizzò ben 177 dipinti.

Nonostante il taglio della rivista imponesse dei nudi espliciti, le opere di questo periodo riportano la figura femminile sempre elegantemente velata e per questo incredibilmente più glamour e sexy. Vargas portò avanti i suoi lavori non tradendo mai quel rispetto per la donna e per la sua delicata bellezza. Come riportato sulla rivista stessa, l’artista affermò: «Tutti mi chiedono perché io disegni solo donne. Se riescono a trovarmi la sostituzione di una bella ragazza, io la disegnerò, qualunque cosa sia. Ma fino ad ora, nessuno mi ha mostrato niente del genere»(2)Updike, John, Ricordando Vargas, Playboy, febbraio 1994, p. 98..

Illustrazione di Alberto Vargas per Playboy
Illustrazione di Alberto Vargas per Playboy

 

Gli ultimi anni

Nel 1978, in seguito alla morte della moglie, sua musa ispiratrice, Vargas smise di dipingere. Le uniche eccezioni di rilievo furono per due album: Candy-O dei The Cars e l’album eponimo di Bernadette Peters.

La copertina di Alberto Vargas per l'album di Bernadette Peters del 1980.
La copertina di Alberto Vargas per l’album di Bernadette Peters del 1980.

Negli ultimi anni di vita, Vargas decise di lasciare una testimonianza scritta della sua vita personale e artistica in una biografia scritta con Reid Stewart Austin, suo amico e collaboratore (in qualità di art director di Playboy) pubblicata nel 1978. Il libro, riedito nel 1984, è comprensivo di una ricca quantità di illustrazioni e di immagini rare e inedite. Austin ha pubblicato anche un volume che raccoglie alcune delle opere della Max Vargas Collection.

L’artista morì nel 1982 potendosi vantare di aver trasformato, tramite i suoi nudi eleganti, milioni di uomini in amanti all’arte. Molte delle opere di Vargas risalenti al periodo di Esquire sono conservate allo Spencer Museum of Art dell’Università del Kansas.

 

Anna Mae ritratta dal marito Alberto Vargas negli anni '20
Anna Mae ritratta dal marito Alberto Vargas negli anni ’20

 

Il manifesto di Alberto Vargas per le "Ziegfled Follies", riprodotto sulla copertina di uno spartito
Il manifesto di Alberto Vargas per le “Ziegfled Follies”, riprodotto sulla copertina di uno spartito

 

L'attrice Hilda Ferguson nel manifesto di Alberto Vargas per le "Ziegfled Follies" del 1925, sulla copertina di Theatre Magazine
L’attrice Hilda Ferguson nel manifesto di Alberto Vargas per le “Ziegfled Follies” del 1925, sulla copertina di Theatre Magazine

 

L'attrice Olive Thomas vista da Alberto Vargas ("Memories of Olive", 1920)
L’attrice Olive Thomas vista da Alberto Vargas (“Memories of Olive”, 1920)

 

Il manifesto di "The Sin of Nora Moran" disegnato da Alberto Vargas
Il manifesto di “The Sin of Nora Moran” disegnato da Alberto Vargas

 

Marlene Dietrich nel manifesto di "L'ammaliatrice", disegnato da Alberto Vargas
Marlene Dietrich nel manifesto di “L’ammaliatrice”, disegnato da Alberto Vargas

 

Ava Gardner secondo Alberto Vargas
Ava Gardner secondo Alberto Vargas

 

Una Vargas Girl d'ispirazione natalizia
Una Vargas Girl d’ispirazione natalizia (benché solo in un minuscolo dettaglio…)

 

Una Vargas Girl degli anni '70
Una Vargas Girl degli anni ’70

Note

Note
1 Williams, Linda, Porn Studies, Durham, Duke University Press, 2004, p. 350.
2 Updike, John, Ricordando Vargas, Playboy, febbraio 1994, p. 98.

Veronica Marcato

Veronica Marcato è una cantante e showgirl milanese, attiva nell'ambito di spettacoli di varietà e burlesque. Appassionata d'arte, ha studiato Beni Artistici e dello Spettacolo all’Università di Parma. Per Burlesque.it cura la sezione dedicata all'arte.