Vivere nella Belle Époque… e aver bisogno del dentista

Vivere nella Belle Époque… e aver bisogno del dentista

Come sarebbe stata la nostra vita nella Belle Époque?

A tutti capita di fantasticare immaginando di vivere in altri periodi storici che consideriamo “età dell’oro”. Ma, per capire se il cambio sarebbe effettivamente conveniente, dobbiamo anche immaginarne le problematiche. Un messaggio indirizzato alla Posta del Cuore di Eve La Plume (eve@burlesque.it) ci offre lo spunto per fare questo esperimento con la Belle Époque.

 

Cara Eve,

ti seguo da anni e da sempre apprezzo il tuo modo di vestire e la tua ricerca estetica. Sembri uscita da un quadro di fine Ottocento o arrivata qui con la macchina del tempo. Penso che il periodo della Belle Époque, che tu citi spesso, sia un periodo meraviglioso.
Ti sarebbe piaciuto vivere nel passato in quel tempo?

~ Mattia

 

Caro Mattia,

la Belle Époque che meraviglia!

Essendo la domanda che ricevo più spesso, negli anni ho cercato di immaginarmi vivere quel passato che da sempre mi dà spunti infiniti dal punto di vista estetico.

Oggi vorrei fare un gioco e percorrere con te tutte le fasi della mia vita immaginaria.

Eve La Plume (Ph Matteo Gastel)
Eve La Plume (Ph Matteo Gastel)

Sono nata nel 1880, anno perfetto perché mi consente di nascere in un periodo di pace e di arrivare al 1900, anno prospero, pieno di speranza e soprattutto anno della Esposizione Universale di Parigi, al compimento dei miei 20 anni.

Come nella mia vita reale, non appartengo all’aristocrazia ma a una famiglia del ceto medio di stampo borghese.

Sono la quarta di quattro figli, ma i miei fratelli sono morti tutti prima di compiere sei anni perché la mortalità infantile è altissima e non esistono cure mediche adeguate. Si dovranno aspettare 48 anni prima che la penicillina venga scoperta, per ora si muore molto facilmente.

Nasco a casa, con l’aiuto di una levatrice, mia madre ha avuto complicazioni nei parti precedenti ma è riuscita a sopravvivere. Le sue amiche invece negli ospedali della zona non ce l’hanno fatta.

Anni più tardi verrà scoperto anche l’effetto dei microbi e dei batteri e i medici cominceranno a lavarsi le mani e ad indossare i guanti chirurgici, ma per ora ti uccidono in buonafede.

Capisco dal primo istante che il mio compito di bambina in questo tempo è quello di sopravvivere.

Manifesto dell'Esposizione di Parigi del 1900
Manifesto dell’Esposizione di Parigi del 1900

Intanto, attorno a me regna la bellezza.

Si sta diffondendo una nuova corrente estetica dalle linee dolci e sinuose che si intrecciano creando acrobatiche armonie: è chiamata in Francia Art Nouveau e in Italia Liberty (prendendo il nome dai magazzini creati a Londra nel 1875 da A. Lasenby Liberty).

È il giugno del 1881, e mia madre mi porta nella carrozzina ad assistere insieme ad una grande folla all’esperimento della luce elettrica. In occasione della grande Esposizione Nazionale allestita nell’area dei Giardini Pubblici, la Galleria Vittorio Emanuele viene illuminata con 25 lampade ad arco della Siemens, per una potenza complessiva di 20.000 candele!

L'illuminazione in piazza del Duomo a Milano, in occasione dell'Esposizione Nazionale del 1881 (stampa d'epoca)
L’illuminazione in piazza del Duomo a Milano, in occasione dell’Esposizione Nazionale del 1881 (stampa d’epoca)

Il mondo sta rapidamente evolvendo e io, abbandonata la mia carrozzina, assisto alle invenzioni più incredibili!

Ieri ho visto la mia prima carrozza a motore: è una carrozza, ma senza i cavalli, fa molto rumore e tanto fumo. Mia madre dice che non durerà.

Mio padre, sempre impegnato in faccende che noi femmine non possiamo cercare di capire, ha portato a casa l’invenzione più bella: un grammofono che suona senza che nessuno abbia in mano uno strumento. Ogni sera balliamo e ridiamo sulle note di ‘A risa di Berardo Cantalamessa.

Siamo nel 1894 e, tornando dal teatro dove abbiamo applaudito Eleonora Duse in Casa di Bambola, dico a mio padre che da grande sarò una grande attrice.

Gli occhi di mio padre, per estrusione, abbandonano la loro sede naturale, e con un urlo disumano che articola tutti i sinonimi di “poco di buono” eclissa in un istante tutte le mie velleità artistiche.

Eleonora Duse
Eleonora Duse

Nella mia vita negli anni 2000 ho scelto di non essere moglie e di non essere madre: un lusso moderno che qui, alla fine dell’800, è davvero molto sconsigliato.

Così decido di accettare di sposare il più bello dei miei pretendenti che due giorni dopo le nozze scopro essere anche il più stupido.

Come avrei potuto capirlo in quei pochi incontri così limitati dalle regole dell’etichetta, sempre monitorati a vista da qualche incaricato alla nostra sorveglianza?

Ora, strizzata come un limone dentro al mio corsetto (non per un’ora di spettacolo ma per 18 ore al giorno, ogni giorno della vita) consegno la mia esistenza nelle mani del bell’idiota finché morte non ci separi (il divorzio in Italia arriverà nel 1970).

Ovviamente non posso evitare di rimanere incita immediatamente e il mio sogno di visitare l’Esposizione Universale a Parigi sfuma man mano che la mia pancia diventa visibile, perché in questi anni mostrarsi gravida non è affatto decoroso.

Leggo tutto sul “Il Secolo”, della costruzione della Gare de Lyon, della Gare d’Orsay, del Ponte Alessandro III, il Grand Palais, La Ruche e il Petit Palais. Leggo della nuova metropolitana che attraversa la città da est ad ovest, della prima scala mobile e del trionfo dei fratelli Auguste e Louis Lumière, inventori del proiettore cinematografico… Che magnifico futuro ci aspetta, bimbo mio!

Immagine promozionale del "Cinématographe Lumière"
Immagine promozionale del “Cinématographe Lumière”

Ma il bimbo si rivela essere una bimba e viene accolta così tiepidamente da tutta la famiglia che mi sento in colpa di averla partorita.

I miei anni trascorrono recintati e mansueti intrappolati saldamente tra le mura di casa (ma dove sono le ballerine di can can e gli artisti bohémien?) Io, che per indole ardo di passioni impetuose, comincio ad avere dei problemi di nervi. Così chiedo a mio marito di poter lavorare nella sua azienda e lo faccio con tanta determinazione che lui decide di mandare a chiamare il medico.

Il medico fa la diagnosi: sono una delle tante donne che soffre di isteria, e la causa è la mia natura di donna.

Leggo dei trattamenti a cui sono sottoposte le sfortunate affette da questa patologia e decido che lavorare a fianco a mio marito non è più un mio desiderio.

Ma per una tortura scampata un’altra si affaccia all’orizzonte…

L'estrazione dei denti nell'Ottocento
L’estrazione dei denti nell’Ottocento

 

Da una settimana ho un gran mal di denti. Il dentista, anzi no, il medico (perché l’odontoiatria non è ancora riconosciuta come disciplina medica) parla di estrazione, anzi di estrazioni perché i denti in causa sono due.

Mia madre mi racconta da anni delle sue estrazioni come gli episodi più truci della sua vita. Io, nonostante abbia qui la fortuna di vivere durante gli anni della diffusione dell’anestesia in tutti i campi medici, decido comunque che quel che è troppo è troppo e di tagliare la corda.

Torno così veloce come un lampo nel 2021 dove il dentista è un dentista e l’anestesia è una vera anestesia, dove posso amare con coscienza, lavorare a ciò che mi appassiona senza pressioni esterne, viaggiare veloce in ogni dove e scegliere, scegliere della mia vita.

Bye bye Belle Epoque!

~ Eve La Plume

⤏ Inviate le vostre domande, richieste e curiosità a eve@burlesque.it! ⤎

 

Eve La Plume

Eve La Plume inizia a esibirsi alla fine del 2005 con i primi spettacoli "Pigalle" e "Burlesque Rouge". Nel 2008 partecipa al "Summer Jamboree" festival dedicato agli anni '50 famoso per la grande affluenza di pubblico italiano e internazionale. Negli anni 2009-2010 e 2011 partecipa al Chiambretti Night la trasmissione che per prima porta il burlesque in televisione. In questi anni partecipa anche a trasmissioni televisive che si interessano al tema come: "Alle falde del Kilimangiaro", "Porta a Porta", "Maurizio Costanzo Talk", "Lilit" e radiofoniche. Tra le radio più importanti ad ospitarla: Radio Deejay, Radio Kiss Kiss, Radio 24. E' pubblicata con servizi dedicati a lei su: Playboy, Kult, Maxim, Marie Claire, Amica, Donna Moderna, Diva&Donna, Silouette Donna, Grazia e Chi. Nel maggio del 2011 Vanity Fair dedica a Eve La Plume cinque pagine incoronandola regina del burlesque in Italia. Dal 2007 ad oggi anche La Stampa, Il giornale, Il Corriere della Sera, Il Messaggero, Libero, Il secolo XIX, Il Resto del Carlino e La Repubblica hanno parlato di lei. Si è esibita alle feste private più prestigiose come "Il Ballo del Doge" a Venezia partecipando alle edizioni dal 2009 ad oggi. Ha partecipato come giurata e performer alla trasmissione di Sky uno "Lady Burlesque". Nel 2009 è stata impegnata nella pièce teatrale del Teatro Della Tosse di Genova con:"Variètè Burlesque". Nel 2013 partecipa alla trasmissione "Lucignolo" condotta da Enrico Ruggeri. Nel 2014 è nel cast di "Chiambretti Supermarket" e nel 2015 e 2016 in quello di "Chiambretti Grand Hotel". Nel 2015 Caterina Balivo la chiama nel programma "Detto Fatto" e nell'edizione serale "Detto Fatto Night"come performer e maestra di stile. Nello stesso anno la rivista Glamour le dedica una "Beauty Story, storie di Donne e di bellezza". Le viene anche affidata la conduzione del festival internazionale di musica e cultura anni '40 e '50 Summer Jamboree e viene poi confermata nel 2016 e 2017. Nel 2017, durante la settimana della moda milanese, apre la sfilata della stilista Luisa Beccaria e della storica casa di alta gioielleria Tiffany. Nel 2018 e 2019 partecipa alla nuova trasmissione in prima serata CR4 di Piero Chiambretti. Nel 2019 partecipa alla trasmissione di Rai 1 TELETHON portando sulla scena il suo celebre spettacolo dedicato alla Marchesa Luisa Casati.