Storia del Burlesque: dagli anni ’90 a oggi

Storia del Burlesque: dagli anni ’90 a oggi

Il Neo-Burlesque

La prima parte della storia del burlesque si era chiusa con gli anni ’80, quando ormai questo genere era un ricordo del passato, oggetto di qualche memoria e di spettacoli nostalgici.

Poi, intorno agli anni ’90…

Jennie Lee “The Bazoom Girl”
Jennie Lee “The Bazoom Girl”

Alcune cose accadono per caso, altre per la volontà delle persone. Ma nella maggior parte c’è una presenza di entrambe le componenti.

Jennie Lee “The Bazoom Girl, artista di una certa notorietà nel periodo d’oro del burlesque, iniziò per caso a raccogliere materiale inerente a questa forma di spettacolo. Col passare degli anni la collezione raggiunse dimensioni ragguardevoli, tanto da occupare buona parte del ranch californiano dove la donna trascorse l’ultimo periodo della sua vita.

Dopo la sua morte, l’amica Dixie Evans decise di trasformare il ranch in un museo del burlesque: l’Exotic World Home of the Movers & Shakers’ Burlesque Museum and Striptease Hall of Fame (poi, più semplicemente, Burlesque Hall of Fame).

Per pubblicizzarlo, l’ex stripteaser istituì nel 1992 il premio Miss Exotic World, la cui storia è raccontata in una puntata del nostro podcast. Possiamo dire che da qui partì la grande rinascita del burlesque.

Il logo della Burlesque Hall of Fame
Il logo della Burlesque Hall of Fame

La cocktail generation degli anni ’90 s’innamorò di questa cultura: ne riscoprì i personaggi, elevò Bettie Page a oggetto di culto e diede origine a migliaia di emuli. Il mercato seguì i desideri del pubblico: le musiche che accompagnavano gli striptease vennero ristampate su CD, si recuperarono i filmati di esibizioni girate in studio negli anni ’50, si diffusero i libri con le fotografie dell’epoca d’oro, nacquero nuove pubblicazioni.

In più cominciarono a fioccare gli eventi legati al burlesque: dalle serate nei club ai party nelle discoteche, fino a spettacoli, convention, concorsi e altro.

Dita Von Teese
Dita Von Teese

Negli anni si è creata una comunità mondiale di nomi ricorrenti: Dirty Martini, Dita Von Teese, Angie Pontani and the World Famous Pontani Sisters, Jo “Boobs” Weldon, The World Famous *BOB*, la compagnia Velvet Hammer… Questo considerando solo gli USA. Ma Canada e Australia non sono da meno, come anche buona parte dell’Europa. Le iniziative e i festival si moltiplicano: Tease-O-Rama e The NY Burlesque Festival non sono che due nomi tra i tanti.

Anche la TV non è rimasta indifferente: This or That! America’s Favorite Burlesque Game Show è il titolo di un irriverente gioco televisivo in cui due concorrenti vengono sottoposti a imbarazzanti prove che li lasciano sempre più svestiti, con la complicità di alcune star del burlesque (non lontano dal nostrano Colpo Grosso di decenni fa).

Dirty Martini fotografata da Haley Madden (“The Immodest Tease Show”, London, UK)

Ora, a più di vent’anni di distanza dall’inizio della riscoperta, possiamo dire che il neo-burlesque non è una moda. Molte stripteaser si sono affrancate dalle prime esibizioni che copiavano spudoratamente il look e il gusto del passato, aggiungendo tocchi di originalità, instaurando dialoghi e giochi di scambi con molte subculture come il punk, il gothic, il rockabilly, elaborando i propri striptease e avvicinandoli, talvolta, alle performance degli artisti d’avanguardia.

Ma non si cerchi per forza il messaggio o il contenuto: nel burlesque contemporaneo la caratteristica ironica si è fatta sì più forte che nel passato, ma non è più rivolta all’ambito sociale, bensì a sé stesso, finendo per essere totalmente autoreferenziale.

La maggior parte delle artiste, soprattutto americane, ama proporre delle esibizioni che si rifanno sfacciatamente a quelle tradizionali degli anni ’20, ’30 e ‘40, parodiandole in tutti i modi: si parte dalla musica (a volte con i brani dell’epoca), passando dalle acconciature (parrucche cotonatissime e coloratissime), per arrivare ai vestiti e agli accessori. Si preme il pedale dell’eccesso grafico, ma non sul versante della nudità, bensì su quello dello spettacolo.

Le parole d’ordine sembrano essere kitsch e camp: quanto più lontano dalla satira ci possa essere. Da un certo punto di vista, quindi, il burlesque è diventato un mondo chiuso in sé stesso, una riserva di disimpegno quasi totalmente priva di contatti con la realtà.

Angie Pontani (Ph. Ab Sesay)
Angie Pontani (Ph. Ab Sesay)

In certi casi possiamo dire che le caratteristiche delle esibizioni che, alle origini, accompagnavano gli striptease, siano infine state inglobate da questi ultimi: molte artiste contemporanee sfoggiano anche doti canore, comiche, abilità nella magia e nel fachirismo.

Altra fondamentale differenza dal passato è che il burlesque è diventato un mondo dominato dalle donne, e non solo in senso numerico. Molte artiste di oggi non si esibiscono per professione, bensì per puro divertimento, talvolta anche con finalità benefiche. La figura dell’impresario è praticamente scomparsa, perché le performer si gestiscono da sé. In più, sul palco si sono aggiunti anche degli uomini, che si esibiscono proprio come le colleghe, “puntini” compresi (tra gli artisti più conosciuti c’è l’incontenibile Tigger).

Quindi, nonostante la superficie sembri quasi la medesima, la sostanza del burlesque di oggi è decisamente diversa da quella del passato. È la sostanza di un puro, triviale divertimento.

Scopri di più nei nostri approfondimenti su storie e personaggi!

Burlesque.it Staff