Locali di spettacolo e burlesque in tempi di Covid-19: il caso dell’Ellington Club

Locali di spettacolo e burlesque in tempi di Covid-19: il caso dell’Ellington Club

Quale destino attende un locale specializzato in spettacolo dal vivo e burlesque in tempi di Coronavirus? Vera Dragone ci parla dell’esperienza del suo Ellington Club a Roma

Sono settimane che mi chiedo se abbia senso scrivere di me e di quello che sta capitando nella mia vita.
Sono forse ancora profondamente sotto shock, attonita, incapace di metabolizzare ed elaborare la situazione.
Nella vita mai avrei immaginato di ritrovarmi senza nulla in mano, dopo aver speso tutto nel mio personale, e in seguito condiviso, progetto artistico.

Con Alessandro Casella a ottobre 2019 abbiamo dato vita all’Ellington Club. Un luogo che finalmente dopo la chiusura dello storico Micca Club e il tanto peregrinare a destra e a sinistra, fosse la nostra nuova casa, dove stabilizzare il nostro progetto artistico, lavorativo, ma anche di vita.
Inutile dire che, forse anche complice uno scarso senso per gli affari, ci abbiamo investito tutto, sicuramente troppo, ad occhi chiusi, certi e speranzosi che sarebbe andato bene, come ogni progetto che fin dall’inizio ci ha visto l’uno accanto all’altra.

Vera Dragone si esibisce all'Ellington Club
Vera Dragone si esibisce all’Ellington Club
Un racconto personale

Ho conosciuto Alessandro nel 2012, quando ho cantato per la prima volta nello storico spettacolo Velvet Cabaret del Micca Club. Io all’epoca ero fidanzata con un altro, che poi sarebbe diventato un nostro caro amico in comune, e mai nella vita avrei immaginato che un giorno Alessandro sarebbe diventato il padre di nostro figlio e la metà della mia vita.

Due anni dopo, conclusasi l’esperienza del Micca, e finite le rispettive storie sentimentali, io e Casella, come lo chiamo anche adesso, iniziammo a frequentarci e a dire il vero la frequentazione durò ben poco, perché dalla prima sera che uscimmo insieme non ricordo più di essere tornata a casa mia.

Vera Dragone con Alessandro Casella
Vera Dragone con Alessandro Casella

Non so bene perché racconto questo, ma credo sia perché la nostra storia d’amore è indissolubilmente legata a tutto quello che abbiamo creato artisticamente.
Quando ci siamo stretti la mano la prima volta e ci siamo presentati ho avuto come il netto presentimento che qualcosa sarebbe cambiato per sempre, che quell’uomo, così magneticamente affascinante avrebbe stravolto la mia vita. Una sensazione simile l’avevo avuta entrando al Micca Club la prima volta. Sembrava un mondo simile al mio, qualcosa che mi seduceva e assomigliava profondamente, un luogo da cui non avrei mai voluto andare via.

E così, una volta ufficializzata l’unione ed esserci detti non si sa bene su quale base e fin da subito che sarebbe stato per sempre, abbiamo cominciato a lavorare insieme, prima al Trevi Club di piazza Barberini, poi al Salone Margherita e itineranti ovunque ci chiamassero. Nel frattempo che andavo e venivo in tournée, e lavoravo come avevo sempre fatto a teatro e in tv, avevamo cambiato casa insieme, vissuto tante incredibili esperienze e dato vita al nostro amore più grande, Vittorio.

Così decidemmo che forse era arrivato il momento di affondare le radici in qualcosa di solido. Di creare la nostra nuova casa e di dare una “base” anche a tutti gli artisti che, con alti e bassi e periodi alterni di idillio e conflitto, negli anni avevano lavorato prima al Micca Club e poi con noi.

Bill Murray, Alessandro Casella, Juman Malouf, Wes Anderson
Alessandro Casella con la clientela d’eccezione dell’Ellington Club: Bill Murray, Juman Malouf e Wes Anderson
La nascita dell’Ellington Club

Dopo due anni di trattative coi proprietari dell’immobile, e dopo aver investito tutto e forse anche più di tutto, il 18 ottobre 2019 alziamo la saracinesca e accendiamo le luci dell’Ellington.

Come immaginerete ci sono state mille difficoltà, dovute in primis al fatto di essere inesperti nel campo dell’imprenditoria essendo principalmente due artisti; e poi, ovviamente, al trovarsi nella fase embrionale di vita di un locale: pochi soldi da investire, tanta gente da pagare, e un lavoro da inventarsi da zero.

Fatto sta che inaspettatamente e senza neppure la possibilità di investire un euro in pubblicità e ufficio stampa, il locale inizia ad andare bene e finalmente iniziamo a crederci, così come ci iniziano a credere anche i nostri amici storici, i nuovi clienti e il pubblico ormai affezionato dai tempi del Micca Club.

Poi, proprio a metà stagione, quando in condizioni normali si cominciano a tirare le somme e a riprogrammare il da farsi, ai primi di marzo 2020 chiudiamo, come chiudono tutti. A data da destinarsi.

Ellington Club, Roma
Ellington Club, Roma
Le problematiche della riapertura

Ad oggi purtroppo non sappiamo se riapriremo.
Non lo sappiamo perché al momento non ce ne sono i presupposti.
Il governo, l’Europa, qualcuno ha deciso che noi non esistiamo. Siamo tra gli ultimi nella lista delle priorità.
E i proprietari dell’immobile continuano a chiedere gli affitti, perché per legge hanno tutto il diritto di farlo.
Rimangono i mutui, i dipendenti.

È ovvio che il problema è di carattere emergenziale e soprattutto è qui e ora. Senza investimenti per le aziende e le imprese chiuderemo tutti, e non solo noi che siamo appena nati. Anche chi sta nel campo da tanti anni affronta le nostre stesse difficoltà, a volte anche peggiori.
È questo che il governo finge di non comprendere.

Così come finge di non comprendere quando viene detto che le banche concederanno prestiti per ripartire. Prestiti che ovviamente andranno restituiti, e che si sommeranno alle già esistenti somme arretrate da pagare di un’attività appena nata e non ancora finita di pagare, ai due mutui accesi per avere il finanziamento. Per farla breve, ci sarebbero un mucchio di debiti, che neppure nella più rosea delle previsioni riusciremmo a pagare a partire, semmai fosse, da ottobre.

Anche perché la procedura di apertura è ancora tutta da verificare, con ciò che essa comporta a livello di distanze di sicurezza da rispettare, di capienza totale.

E poi, non dimentichiamolo, noi facciamo spettacolo. Noi avevamo creato un posto che non c’era. Un luogo di aggregazione e sì, di grande assembramento, dove dimenticarsi i problemi all’esterno e farsi cullare dalle atmosfere di un tempo che non esiste più. Non possiamo pensare di fare il nostro lavoro a distanza.

Mi rende incredibilmente triste e arrabbiata pensare che tutto quello che abbiamo creato non esiste più e probabilmente non ci sarà più. Per questo motivo, non riesco ad avere una visione del futuro, e ho appena compiuto 33 anni.
Non so dire al momento, a parte noi chi rimarrà. Perché a mio avviso, se io e Alessandro, smettiamo di fare il nostro lavoro, di creare uno spazio creativo per tutta una serie di artisti che nemmeno sono mai stati nominati sempre da quel governo, quell’Europa, quel qualcuno, se smettiamo noi, cosa succederà a tutti?

Tutte le persone con cui parliamo si trovano più o meno nelle nostre stesse condizioni.
Questa è la realtà dei fatti. Non c’è molto altro di cui parlare.
Ecco spiegato il perché dell’assenza sui social, dell’impossibilità di continuare a cantare, creare spettacoli domestici, intrattenere. Noi (io anche come artista) non esistiamo per nessuno, pertanto per quale motivo dovrei oppormi ? Sono d’accordo. Avete ragione.
Non esistiamo.

(Non) immaginare il futuro

Avrei potuto scrivere di come mi immagino il futuro del nostro settore, del teatro, dell’intrattenimento cosiddetto “vintage”, del burlesque show, ma io non riesco a immaginare nulla. Mi sembra troppo semplicistico delegare la speranza di un futuro possibile alla sola “collaborazione” tra artisti che si trovano sulla stessa barca. Essere artista e lavorare sul palco ed essere imprenditrice e lavorarci da dietro le quinte mi fa avere una visione forse più completa e proprio per questo più amara della questione.

Abbiamo bisogno di tutele, di essere sulla bocca di tutti, in primis sulla bocca di chi ci governa perché finora di parole ne ho sentite poche, forse non facciamo notizia.

Chissà se a ottobre, quando le persone avranno finalmente voglia di uscire e troveranno tutto chiuso, qualcuno si accorgerà della nostra assenza.


Vera Dragone

Cantante, attrice teatrale, cinematografica e televisiva, Vera Dragone è anche fondatrice del trio vocale Ladyvette, voce dell’orchestra Cuartetango e di Tango Crew. Tra i locali internazionali in cui si è esibita ci sono Ronnie’s Scott (Londra), Joe’s Pub e Birdland (New York). A Roma ha creato con Alessandro Casella l'Ellington Club.