Carrie Finnell e lo striptease più lungo del mondo

Carrie Finnell e lo striptease più lungo del mondo

La storia dell’incredibile Carrie Finnell: burlesque performer dai seni addomesticati,  creatrice dello striptease più lungo di sempre e, forse, inventrice del tassel-twirling!

Ascolta questa puntata di Burlesque Stories su Spotify o sul tuo servizio podcast preferito:

Di seguito, la trascrizione dell’episodio.


C’è un’artista che nell’arco della sua carriera:

  • Si è esibita nello striptease più lungo del mondo
  • Ha ideato il numero del gonnellino di banane di Josephine Baker
  • Ha inventato il tassel twirling, ovvero uno dei movimenti più iconici del burlesque
  • Ha sfidato Mae West in una gara di spogliarello
  • Ha assicurato le sue gambe per centomila dollari

D’accordo, con un personaggio come lei, tutto è possibile. Ma davvero una sola artista può aver fatto tutto questo? Mmmh… forse.
Alcuni eventi sono leggenda. Altri, per quanto incredibili, sono decisamente realtà. Ma quali?
Scopriamolo insieme! Perché stiamo per conoscere… Carrie Finnell!

 

Fuoriclasse

Semplificando al massimo, potremmo dire che il burlesque è un tipo di esibizione basata sullo striptease. Il che in parte è vero. Ma è vero anche che dà il suo meglio quando supera quel livello e va oltre. E quando succede ne beneficiano tutti: il pubblico, che gode di uno spettacolo più stimolante e articolato; l’artista in sé, che ha modo di esprimersi maggiormente e di dare sfogo alla propria creatività; le colleghe, perché quando l’asticella della concorrenza si alza, occorre fare di tutto per essere ancora più brave.

Poi ci sono le fuoriclasse. Artiste con le quali diventa arduo misurarsi, perché ciò che sono e che fanno è talmente fuori dal comune da rendere quasi impossibile anche solo avvicinarsi al loro livello. L’esempio massimo di questa categoria è Carrie Finnell. Ecco la sua incredibile carriera…

 

Dal Kentucky…

Burlesque performer Carrie Finnel
Carrie Finnel

Carrie Lee Finnell nacque il 14 novembre 1900 a Covington, nel Kentucky. Da ragazzina, divenne l’aiutante di un insegnante di educazione fisica. Al tempo non lo sapeva, ma l’allenamento, la disciplina e lo sviluppo muscolare avrebbero avuto un ruolo determinate nella sua carriera. In seguito cominciò a frequentare i teatri, prima come attrice in piccoli spettacoli, poi come ballerina di fila.

Uno dei compiti imprescindibili delle ballerine di fila, oltre ovviamente a saper danzare, è quello di sorridere, sorridere sempre. Una cosa che a Carrie veniva assolutamente naturale. Anche per questo era decisamente adatta a quel lavoro. Le piaceva, ma sapeva bene che per fare sul serio avrebbe dovuto salutare il Kentucky, prendere le valigie e andare dove lo spettacolo dal vivo era già industria. Un paio di giorni di viaggio passando in Ohio; poi in Pennsylvania, da Pittsburgh a Filadelfia; e finalmente…

 

… a New York

Stavano per iniziare gli anni Venti e Broadway era in pieno sviluppo: i palchi si moltiplicavano e così anche gli spettacoli. Il miglioramento dei trasporti cittadini faceva sì che anche gli abitanti delle zone più lontane da Manhattan potessero raggiungere facilmente i teatri.

Chi vedeva Broadway per la prima volta, restava sempre a bocca aperta: le insegne luminose che pubblicizzavano luoghi e spettacoli erano grandi e abbaglianti. Bianchissime, tanto che il distretto dei teatri era conosciuto anche come “The Great White Way”, la grande strada bianca. In realtà la scelta di questo tipo di lampadine era dettato da esigenze pratiche: semplicemente duravano di più di quelle colorate. Ma, oltre al risparmio sui materiali, si otteneva anche un notevole impatto visivo.

Tra le facciate più luminose c’era quella del New Amsterdam Theater. E a Carrie Finnell non parve vero di esibirsi proprio lì! La ragazza aveva infatti trovato lavoro nell’edizione 1916 delle Ziegfeld Follies. Un inizio di tutto rispetto! Poi si esibì per diverso tempo al National Winter Garden Theater, creato una decina d’anni prima come palco per il vaudeville e in seguito rilevato dai fratelli Minsky. Questi ne avrebbero fatto il punto di partenza del loro impero di teatri dedicati al burlesque. 

La ragazza del Kentucky era fondamentalmente una ballerina, non era una stripper in senso stretto. Ma spogliarsi a tempo di musica le sembrava divertente: aveva piena confidenza con il suo corpo giunonico. Il pubblico apprezzava, e la produzione pure.

Carrie lavorò a New York fino al 1920, trovandosi al fianco di colleghe come Ann Corio e Gypsy Rose Lee, destinate a una grande carriera. 

 

The Girl With Hundred Thousand Dollar Legs

Carrie Finnel burlesque performer
Carrie Finnel

Oltre alle stagioni a Broadway, c’erano anche le tournée, che però erano mortificanti: sempre in giro senza sosta, con contratti che duravano una sola settimana.

Nel 1921 fece tappa a Cincinnati, nell’ennesimo teatro in cui non si sarebbe fermata più di sette giorni. Ma lì accadde qualcosa di diverso dal solito: il gestore del Gayety Theater prese una curiosa iniziativa promozionale e assicurò le gambe di Carrie per 100.000 dollari. Certo, essere pubblicizzata come “The Girl With The Hundred Thousand Dollar Legs”(1)Sage, Dusty, Burlesque In a Nutshell – Girls, Gimmicks & Gags, Albany (GA), BearManor Media, 2016 non l’avrebbe aiutata granché, visto che l’assicurazione sarebbe durata anch’essa una settimana. Ma l’idea non era niente male e fece una certa impressione al pubblico. 

 

Lo striptease più lungo del mondo

Disegno dell'Empire Burlesque Theatre
L’Empire Burlesque Theatre di Cleveland, Ohio

Così Carrie s’inventò qualcosa di inedito. E quando venne scritturata in un teatro di Cleveland, in Ohio, decise mettere in scena il suo nuovissimo, sorprendente numero. La sera del debutto, salì sul palco sfoggiando il suo sorriso più accattivante, fece qualche passo di danza, si tolse un guanto e… si fermò! Con aria sorniona, guardò il pubblico e disse: «se volete vedere il seguito, tornate settimana prossima»!

La trovata era divertente e paradossale, ma non era solo una gag: si trattava anche di una sfida al gestore del teatro: per far proseguire il numero, avrebbe dovuto scritturarla anche per la settimana seguente. Per Carrie fu una scommessa: se il pubblico fosse rimasto indifferente, lei non avrebbe avuto il secondo contratto. Ma il pubblicò apprezzò l’idea e chiese a gran voce di vedere il seguito. Così, il gestore fu costretto ad accettare.

Al ritmo di un indumento alla settimana, Carrie Finnell inventò lo striptease più lungo del mondo. Che durò, secondo le cronache del tempo, ben un anno!(2)Schwarz, Ted, Candy Barr: The Small-Town Texas Runaway Who Became a Darling of the Mob and the Queen of Las Vegas Burlesque, Boulder (CO), Taylor Trade Publishing, 2008

Il numero la rese celebre e molte colleghe cominciarono a guardarla con sincera ammirazione. Tanto che, per alcune, portò il concetto di tease (stuzzicare) a un tale livello da venire considerata la vera creatrice dello striptease(3)Corio, Ann, This Was Burlesque, New York, Madison Square Press, 1968

Ecco, se volete sapere la verità su questo punto, ascoltate la 7ª puntata del nostro podcast.

Comunque…

 

Un tassel twirling unico al mondo, ovvero: The Most Unusual Act in Show Business

Burlesque performer Carrie Finnel
Carrie Finnel, The Most Unusual Act in Show Business

Passò qualche anno, ma Carrie non smetteva di stupire. Certo, era arrivata ai 30 anni, cominciava a essere considerata un po’ attempata, per il lavoro di stripper. Senza contare che, pesando centrotrenta chili, era un po’ fuori dai canoni e qualcuno denigrava inelegantemente il suo aspetto definendola “bovina”(4)Schwarz, Ted, Cleveland Curiosities: Eliot Ness & His Blundering Raid, A Busker’s Promise, Charleston (SC), History Press, 2010.

Ma nuovamente seppe stupire il pubblico portando in scena qualcosa di mai visto. Si esibiva in un normale numero di striptease, buffo e divertente alla sua maniera. Ma sul finale si lanciava in un incredibile tassel-twirling. Ora va fatta una precisazione: il tassel-twirling consiste nel roteare delle nappine appese ai copricapezzoli con un sapiente movimento del seno. Ann Corio, artista e storica del burlesque, affermò che era stata proprio Carrie Finnell a inventarlo.(5)Corio, Ann, This Was Burlesque, New York, Madison Square Press, 1968 La donna aveva un controllo perfetto e inusuale dei suoi seni, facendo in modo che ogni tassel ruotasse in senso opposto rispetto all’altro. Il tutto senza mai perdere una battuta della musica. 

Quando poi voleva aumentare ulteriormente la difficoltà dell’esibizione, e quindi la meraviglia del pubblico, giocava sulla velocità: faceva roteare nello stesso momento un tassel più rapidamente e uno più lentamente. Una capacità invidiabile, frutto di un singolare ma rigoroso allenamento.

Il tutto veniva chiuso da un finale fulminante, decisamente umoristico. Basti pensare che impiegava la melodia di Shave and a Haircut, Two Bits; ovvero, in italiano: Ammazza la vecchia col flit!
La rapidissima sequenza avveniva così: sulle cinque note corrispondenti ad «ammazza la vecchia» Carrie faceva girare i tassel in senso opposto; sulla nota di «col» andavano entrambi in basso, mentre nella conclusiva «flit» erano lanciati entrambi in alto(6)Alexander, H.M., Strip Tease: The Vanished Art of Burlesque, New York, Knight Publishers, 1938.
Un numero che Carrie Finnell portò in scena fino a sessant’anni e che veniva pubblicizzato come “The Most Unusual Act in Show Business”.

 

Le folli frasi di lancio

Burlesque performer Carrie Finnel
Carrie Finnel, The Girl With Hundred Thousand Dollar Legs

Abbiamo citato “The Girl With Hundred Thousand Dollar Legs” e “The Most Unusual Act in Show Business”, ma queste non furono le uniche frasi di lancio che vennero affiancate al nome di Carrie Finnell nel materiale promozionale. Nel 1936, una locandina la annunciava come “The Highest-Paid Burly Star” (supponiamo per giustificare al pubblico il prezzo del biglietto). Più avanti con gli anni, in virtù delle sue incredibili caratteristiche fisiche fu chiamata anche “The Remote Control Girl”, visto che sembrava comandare i suoi seni come se fossero indipendenti dal corpo.

 

Una showgirl completa

Burlesque performer Carrie Finnel
Carrie Finnel, burlesque performer e cantante

Le doti… diciamo atletiche di Carrie, non erano le uniche sulle quali poteva contare. L’artista si esibiva anche come cantante in brani divertenti, ironici e un po’ piccanti. Il titolo del suo cavallo di battaglia la rappresentava pienamente: It Ain’t What You Got, It’s The Way That You Use It, ovvero: Non conta quello che hai, ma come lo usi!

 

In scena fino alla fine

La carriera di Carrie Finnell proseguì con successo per anni. Tra le altre cose, tra il 1942 e il ’43 fu headliner di uno dei più celebri spettacoli di rivista del tempo, Star and Garter, al fianco di Gypsy Rose Lee, della quale era diventata grande amica.

Si esibì l’ultima volta al Galaxie Club di Newport, nel Kentucky, nell’ottobre 1963. Morì il novembre successivo, nel giorno del suo compleanno, due settimane dopo la dipartita di suo marito.

Da lì, entrò nella leggenda.

 

A proposito di leggende…

Carrie Finnell è stata un personaggio talmente singolare che alle già incredibili (ma attendibili) informazioni sulla sua vita artistica, se ne uniscono altre che sono poco verificabili se non addirittura frutto di leggende.

È effettivamente possibile che sia stata lei a introdurre il tassel-twirling nel burlesque (Ann Corio nel suo libro This Was Burlesque si dice certa di questo). Ma altre cose sono poco probabili.

Per esempio: fu davvero lei a suggerire a Gypsy Rose Lee di spogliarsi in scena? (no, in base a quanto scrive la stessa Gypsy nelle proprie memorie)
Veramente batté Mae West in una gara di striptease?
Infine: inventò lei il numero con il gonnellino di banane reso poi celebre da Josephine Baker?

Non abbiamo trovato fonti che confermino quanto citato. Ma, a giudicare da tutto ciò che ha fatto Carrie Finnell in 63 anni… beh, chissà!


Note

Note
1 Sage, Dusty, Burlesque In a Nutshell – Girls, Gimmicks & Gags, Albany (GA), BearManor Media, 2016
2 Schwarz, Ted, Candy Barr: The Small-Town Texas Runaway Who Became a Darling of the Mob and the Queen of Las Vegas Burlesque, Boulder (CO), Taylor Trade Publishing, 2008
3, 5 Corio, Ann, This Was Burlesque, New York, Madison Square Press, 1968
4 Schwarz, Ted, Cleveland Curiosities: Eliot Ness & His Blundering Raid, A Busker’s Promise, Charleston (SC), History Press, 2010
6 Alexander, H.M., Strip Tease: The Vanished Art of Burlesque, New York, Knight Publishers, 1938

A. R.