Bettie Page raccontata da Lorenza Fruci in un libro (e qualche divagazione)

Bettie Page raccontata da Lorenza Fruci in un libro (e qualche divagazione)

Betty Page. La vita segreta della regina delle pin-up: il libro che  racconta l’icona fetish Betty Page, tra biografia e analisi del fenomeno.

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Il libro “Betty Page. La vita segreta della regina delle pin-up” e la VHS di “The Exotic Dances of Betty Page”.

Chiariamo subito: questa non è una recensione editoriale, bensì un post nostalgico.

Doveva essere più o meno il 1993, quando fui folgorato in galleria Santa Radegonda a Milano (metro Duomo, giusto per capirci). Dalle vetrine dello storico negozio di dischi e affini che mai vide il sole, ammiccava lo sguardo di Bettie Page (lì “Betty”). La foto era riprodotta sulla custodia di una VHS dal titolo The Exotic Dances of Betty Page, edita dall’olandese Cult Epics. Entrai nel negozio e cercai di capire cosa diavolo contenesse questo misterioso nastro magnetico: una pin-up americana degli anni ’50, qualcosa di fetish, una non meglio definita colonna sonora di “trash rock’n’roll”. Ce n’era abbastanza per soddisfare pienamente i miei interessi. La acquistai. Non lo sapevo (anche perché la copertina non ne faceva cenno), ma lì iniziò la mia passione per il burlesque.

Tutto per dire che, praticamente, sono vent’anni che aspetto il libro di Lorenza Fruci Betty Page. La vita segreta della regina delle pin-up. Non che non ci fosse nulla sull’argomento, prima, intendiamoci. Ma questo è esattamente il libro che avrei voluto leggere al tempo, con le informazioni e i contenuti che l’autrice Lorenza Fruci ha messo su pagina.

Il percorso che ha portato Bettie Mae Page a diventare un oggetto del desiderio armato di sorriso e frustino, per poi sparire misteriosamente, quindi “ritornare” negli anni ’90 come icona fetish e vintage, nel libro diventa un lungo racconto, in cui si miscelano la biografia della donna con l’impatto culturale del personaggio, unite dalla sua singolare naïveté. Una caratteristica che Lorenza Fruci lascia trasparire direttamente sia dalle parole della protagonista, sia dalle sue immagini: una decina tra le tante in cui il suo disarmante sorriso stempera il contesto BDSM con un effetto bizzarro e irripetibile.

In coda, un curiosa divagazione astrologica e due testimonianze: una ufficiale (la trascrizione dell’interrogatorio del Comitato Kefauver alla malcapitata, nel ’55) e una più personale, che raccoglie i ricordi del fotografo Charles West.

Quindi, a un paio d’anni dal curatissimo Burlesque. Quando lo spettacolo diventa seduzione, Lorenza Fruci torna ad approfittarsi (piacevolmente) delle mie debolezze: nel 2011 ha mirato alla mia vanità dedicandomi tre pagine del suo lavoro; oggi colpisce la mia anima cialtrona e un po’ nostalgica, riportandomi alla mente anche un episodio di qualche tempo fa. Quando il 13 dicembre 2008, sul palco dell’indimenticato Connie Douglas di Milano, introdussi lo spettacolo burlesque di Natale con un ricordo a Bettie Page, a due giorni dalla sua scomparsa.

A. R.