Gypsy: A Memoir. La più grande regina del burlesque si racconta

Gypsy: A Memoir. La più grande regina del burlesque si racconta

Il burlesque è un intrattenimento che coinvolge diversi talenti artistici.

È caratterizzato dal gusto di unire pratiche alte e basse (se ha ancora senso una simile distinzione). Ha quel tocco piccante, la sfida di affrontare con le proprie armi luoghi e spettatori differenti. Persino una dose di pericolo. Gypsy: A Memoir, autobiografia di Gypsy Rose Lee, contiene in sé questi e molti altri elementi. E, com’è giusto per il prodotto di una divina, incanta.

Gypsy Rose Lee on the road. Ph The Steiners

La prima edizione

La copia alla quale faccio riferimento è la prima edizione del 1957, edita da Harper & Brothers, New York (esiste una traduzione italiana, intitolata Gypsy, edito da Adelphi). La copertina rigida, in tessuto verde e carta a strisce rosa e verdi, non lascia trasparire nulla sul contenuto.

Ma appena si apre il libro, un disegno naif appena accennato ci da il benvenuto: con i colori acquerellati della copertina, è riprodotta una scena di uno spettacolo di striptease, in cui vediamo l’artista, alcuni spettatori e parte dell’orchestra; in poche pennellate è rappresentato un piccolo mondo.

La parte alta delle pagine contiene ancora la medesima quantità di polvere che vi trovai quando mi arrivò per posta anni fa: provo una strana forma di rispetto per il tempo, per le storie, per le esperienze, tanto da farmi apprezzare il leggero odore di muffa che emana dal volume. Per il resto, il libro è in ottimo stato. Proprio come ciò che vuole trasmettere Gypsy attraverso le sue parole.

Gypsy: A Memoir. Disegno di presentazione
Il disegno di presentazione interno al libro.

Louise, June e mamma Rose

La storia parte dall’infanzia di Louise, già fatta di spettacoli in perenne tournée in teatri scalcinati, all’ombra di June, la sorella più piccola, forte di un talento naturale per il palco e delle attenzioni di una madre estremamente ambiziosa, Rose Thompson.

Louise, la cui propensione per lo showbiz è quantomeno acerba, sembra proprio il brutto anatroccolo di casa. Mentre, tutta intorno, si muove un’America affaticata, dove gli artisti di modesta levatura non sono gli unici far la fame.

Eppure, la Gypsy narratrice riesce a proporci questa fase della sua vita in modo crudo e credibile, ma al contempo dolce e ironico. La nostra non scrive con nostalgia dei bei tempi andati, ma con delicatezza di quel periodo che, nel ’57, è passato senza essere dimenticato.

Libro di Gypsy Rose Lee
L’autobiografia di Gypsy Rose Lee nell’edizione italiana di Adelphi (In qualità di Affiliato Amazon, il proprietario del sito riceve un guadagno dagli acquisti idonei)

Memorie dello spettacolo

La corposa parte del libro che l’autrice dedica alla sua carriera da grande stella del burlesque è straordinaria, sia per qunto concerne gli avvenimenti, sia per la caratura di comprimari come – per citarne due – Billy Minsky e Flo Ziegfeld.

Gypsy Rose Lee, grazie anche a gustosi aneddoti e a contributi come stralci di articoli di giornale, fotografie e vignette umoristiche, trasmette in modo coinvolgente l’impatto che hanno avuto l’artista, il suo tipo di spettacolo nonché il suo inconfondibile stile sulla cultura popolare americana, tanto da diventare praticamente proverbiale.

 

Il musical

Nel 1959 il libro è stato trasposto un musical tra i più acclamati mai messi in scena a Broadway, incentrato soprattutto sul personaggio della madre e, quindi, sulla fase precedente alla nascita della diva Gypsy Rose Lee; nel ’62, dallo spettacolo teatrale è nato il film Gypsy, con Rosalind Russell, Natalie Wood e Karl Malden.

 

A. R.