Ariana Savalas: dai Postmodern Jukebox al Burlesque, nel segno della musica

Ariana Savalas: dai Postmodern Jukebox al Burlesque, nel segno della musica
Ariana Savalas è una showgirl a tutto tondo: cantante per i Postmodern Jukebox, raffinata interprete jazz nei locali americani più prestigiosi, autrice e protagonista di spettacoli di cabaret musicale, attrice, ballerina e burlesque performer.

Nel settembre 2017 è stata nel cast del New Orleans Burlesque Festival e alla 15ª edizione del New York Burlesque Festival. L’abbiamo intervistata proprio in vista della sua partecipazione al grande evento annuale prodotto da Angie Pontani e Jen Gapay.

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Ariana Savalas (Jay P. Morgan Pictures)
Ariana Savalas (Jay P. Morgan Pictures)

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Ariana, sei un’artista eclettica e la tua preparazione come performer è multidisciplinare. Ma in qualche veste ti senti maggiormente a tua agio, quale ruolo senti più “tuo”?

Sarò sempre e soprattutto una cantante e autrice di canzoni. Le altre forme d’arte che uso nei miei show – ballo, burlesque, comicità, ecc. – fanno parte del mio modo di raccontare delle storie.  Il motivo per cui mi sono innamorata del cabaret è il suo eccezionale, esagerato glamour. Quando si tratta di raccontare le storie della mia vita, credo di avere un tocco per la teatralità. Stare seduta a strimpellare la chitarra non è sufficiente per me. Per una donna teatrale, c’è bisogno di uno show teatrale! E io sono una donna molto teatrale!

Nelle tue performance soliste spesso canti i classici di Duke Ellington, David Frishberg, Cole Porter, così come nel tuo EP Sophisticated Lady. Con gli Scott Bradlee’s Postmodern Jukebox interpreti versioni in stile retrò di canzoni contemporanee. Nello spettacolo Ménage at Tour canti cover e brani originali scritti da te.
Quando hai capito che la musica sarebbe stata così importante nella tua vita? E come hai sviluppato i tuoi talenti?

Praticamente ho iniziato a cantare prima ancora di parlare. Provengo da una famiglia molto artistica. Mia madre è pittrice, mio ​​padre era un attore, mia nonna Gloria era una brillante cantante e pianista, e mio zio ha cantato l’opera. Mio nonno e mia nonna mi hanno fatto scoprire i classici del jazz, ed è quindi grazie a loro se mi sono innamorata di questo genere. Ho cominciato ad esibirmi quando ero molto giovane, non credo che ci sia mai stata una lampadina che mi si è accesa sopra la testa dicendomi che avrei dovuto fare la performer. Penso che mi sia nel sangue da quando sono nata. Non ho mai preso una decisione cosciente su questo, era semplicemente già parte della mia vita. Non sono mai andata a scuola per cantare o suonare. Ho imparato sul campo, sbagliando, facendo figure di m…, tante e tante fino a quando ho cominciato a non essere più tanto male!

Ariana Savalas
Ariana Savalas

I tuoi costumi e oggetti di scena sono scintillanti e glamour, molto nello stile di Las Vegas. Come è iniziata la tua passione per questo stile?

Il mio amore per le cose scintillanti è iniziato molto presto. Probabilmente il gene del glamour l’ho ereditato da mia nonna! Era la donna più favolosa mai vista, tutta la sua casa era leopardata, tappeti, tende, lenzuola, tutto!
Ma è per me è molto più di questo. Si tratta di prendere l’ordinario e renderlo straordinario. I miei artisti preferiti – tutti, da Salvador Dali a Ertè, da Baz Luhrmann a Bette Midler – sono artisti che hanno preso la gente dalla vita quotidiana e l’hanno portata a scoprire qualcosa di surreale, fuori da questo mondo, qualcosa di assolutamente favoloso. E, proprio come un uccello con foglio di alluminio, la migliore distrazione dalla quotidianità è qualcosa di luccicante! Realizzo da me la maggior parte dei miei costumi, e riempirli di perline mi dà un attaccamento molto personale sia a loro che al mio spettacolo.

Ariana Savalas e una coreografia nello stile di Bob Fosse nel video della versione dei Postmodern Jukebox di "Single Ladies"
Ariana Savalas e una coreografia nello stile di Bob Fosse nel video della versione dei Postmodern Jukebox di “Single Ladies”

Quali sono le fonti d’ispirazione per il tuo lavoro?

Bob Fosse è una delle mie più grandi ispirazioni. La sua coreografia in Chicago e la sua regia di Cabaret mi hanno cambiato la vita. Quando ho visto Velma Kelly e Sally Bowles per la prima volta ho capito subito che volevo essere come loro. Volevo uno spettacolo come quello, volevo vestirmi così, volevo ballare così, volevo cantare e giocare con il mio pubblico in quello stesso modo. Ed è stato così anche quando ho visto Bette Midler per la prima volta. È una vera show-woman, una delle ultime del suo genere.
Per quanto riguarda il burlesque, i cabaret di Parigi sono una sacra fonte di ispirazione. Quello del Crazy Horse è uno degli spettacoli più belli che abbia mai visto in vita mia. Le performer sono bellissime e di talento, lo spettacolo è lontanissimo dall’essere solo uno strip show. È un’opera d’arte. Anche il Moulin Rouge è fantastico, lo spettacolo è superlativo!
Anche i film di Baz Luhrmann mi hanno toccato e ispirato profondamente.

Ariana Savalas
Ariana Savalas

Che cos’è il burlesque, per te? E come è iniziata la tua passione?

Questa è una bella domanda, perché il burlesque può avere molti significati. In America in particolare, la parola era diventata sinonimo di spogliarello. Naturalmente questo è un elemento molto importante, ma per me lo striptease è solo una piccola parte di ciò che è il burlesque.
Il mio spettacolo è burlesque nel senso tradizionale della parola. Negli anni ’30 e ’40, i cabaret e i burlesque show erano spettacoli comici, con musica, danza e divertimento e furono utilizzati per illuminare un po’ la vita di chi stava affrontando quei tempi cupi, caratterizzati da un terribile clima politico e sociale. Ed è proprio questa l’idea che ho di questo genere d’intrattenimento: creare qualcosa di glamour e di favoloso, che dia sollievo nei momenti bui. Ecco perché amo il burlesque. Perché posso raccogliere storie dalla mia vita, a volte non sempre piacevoli, e creare un mondo bellissimo, divertente e magico. E questo rende utile anche ogni esperienza dolorosa.

Stai per partecipare al New York Burlesque Festival. Puoi darci un’anticipazione sul tuo numero?

Mi esibirò in una canzone che ho scritto, intitolata Playboy Bunny!

Sul palco parli e scherzi spesso con il pubblico. Soprattutto quando fai da maestra di cerimonie nei concerti dei Postmodern Jukebox: sembri nata quel ruolo! Come è il tuo rapporto con il pubblico?

Grazie del complimento!
Non c’è niente che amo più nel mondo che far sorridere le persone, farle divertire e sollevarle per un po’ dalla quotidianità. Amo il mio pubblico, vengono ai miei spettacoli perché vogliono divertirsi. Vogliono essere trasportati in un favoloso viaggio pieno di glitter! Il loro entusiasmo rende facile il mio lavoro, e li amo anche per questo.

Ariana Savalas nel suo "Ménage a Tour"
Ariana Savalas nel suo “Ménage a Tour”

Una domanda un po’ personale: quanto ha influenzato la tua vita e il tuo lavoro essere figlia di Telly Savalas ?

Moltissimo. Mio padre era un uomo bellissimo e meraviglioso, ma anche un artista eccezionale e ha lasciato dietro di sé un’eredità che non sarà dimenticata. In tutto quello che faccio, personalmente o nella mia carriera, sono consapevole che il mio nome è anche il suo nome. E voglio portare avanti il suo nome, il nome che porto, in un modo che lo renderebbe orgoglioso.

Concludiamo parliando del  tuo ultimo progetto, il Ménage a Tour.

Ménage a Tour è il mio nuovo burlesque vaudeville show con il quale stiamo attraversando gli Stati Uniti. È un piccolo omaggio alla tradizione burlesque, ma diversi tocchi contemporanei. Presto porteremo lo spettacolo anche in Europa, quindi rimanete sintonizzati!!

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A. R.