Un killer nel mondo del burlesque (inchiesta romanzata sul burlesque in Italia) – 7a puntata

Penultima puntata della nostra fanta-inchiesta: mentre sembra che la fine di Eve La Plume sia ormai prossima, il sicario fa la conoscenza dei due creatori di Burlesque ViVO.
Fino al 24 maggio, su Burlesque.it e su Il Nuovo Corriere di Firenze, in collaborazione con Burlesque ViVO!

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Il BurlesqueRama (www.burlesquevivo.com) al Milan Burlesque Award 2010

A Roma non è andata come credevo.
Alla fine non sono uscito da quel bagno, alla fine non ho ancora ucciso Eve La Plume.
Ora sono a Firenze.
Fra poco devo. Devo!

La musica mi piace. Bevo un sorso e aspetto che Eve salga sul palco.
Non mi succede spesso di avere dei dubbi. Sono sempre sempre stato piuttosto ligio al mio lavoro. Se almeno credessi nell’eternità, nell’inferno o nel paradiso, allora potrei pensare che uccidere qualcuno sia in qualche maniera offrirgli una possibilità, aprirgli una porta. E invece senso il onnipotenza che mi dava uccidere qualcuno si sta trasformando in noia. Sono stanco. Sto invecchiando. E’ l’ultima volta che lo faccio, mi dico per l’ennesima volta.

Due buffi tipi mi chiedono se possono sedersi al mio tavolo. Hanno un aspetto stravagante, e hanno occhi svegli. Li faccio accomodare. I due non mi prestano attenzione. Si guardano intorno. Fanno commenti su tutto ciò che vedono. Sono contenti. All’inizio il loro entusiasmo mi disturba, ho qualcosa di serio da compiere io. Ma poi ascoltandoli rimango coinvolto dal loro strano modo di vedere le cose, dallo loro curiosità, dal loro strano modo di far fluire i pensieri. Saltano di palo in frasca, apparentemente senza una logica, sono dei matti. Fanno continuamente battute e citazioni. Mi strappano un sorriso. Il modo di mettere le gambe l’una davanti all’altra, il modo di accomodarsi una ciocca di capelli, il modo di ordinare un drink, il modo di sognare, il modo in cui ci si spaventa, il modo di guardare un arcobaleno o quello di cogliere un fiore, l’atto del truccarsi, non il trucco stesso. Per loro il burlesque è questo. Si chiamano Cristiano ed Enrico, per loro il burlesque è qualcosa di dinamico, di ViVO, qualcosa che non può essere rinchiuso in un’immagine statica. Per loro il burlesque è ironia «Ammicchi e bellezza» lo chiamano. Si divertono a cercare frasi ad effetto, citazioni. Sorridono e bevono. E io li guardo e in qualche modo bevo con loro. Uno dice: «Ci sono tanti tipi di bellezza quanti sono i modi abituali di cercare la felicità.» citando Baudelaire.
L’altro risponde: «E la bestia guardò in faccia la bellezza. E tolse le sue mani dall’uccidere. E da quel giorno, essa fu come un morto.»  citando King Kong, è un antico proverbio arabo, puntualizza l’altro.

Mi guardano, noto che vorrebbero farmi delle domande, che, come forse tutto, li incuriosisco, ma faccio finta di niente e torno a concentrarmi sul mio obiettivo. Ormai mancano pochi minuti. Uno di loro si alza e ordina due cocktail martini, mi guarda e mi chiede se voglio ordinare con loro. Quando accetto e dico di volere lo stesso drink ridono.

Cristiano ed Enrico hanno portato qui uno strano alambicco, è qualcosa che ricorda i congegni che, alle fiere di paese, inserendo una moneta, animavano una gitana meccanica che ti leggeva il futuro, BurlesqueRama mi dicono che si chiama. Alla fine hanno vinto loro. Mi fanno domande a cui prontamente rispondo, con tranquillità. Sto invecchiando. Mi dicono che hanno fatto anche una cosa strana, hanno unito il burlesque al 3D: vogliono qualcosa che sia innovativo, qualcosa che custodisca nel tempo le più belle performance che riescono a trovare, dicono che quello che hanno creato è l’anello di congiunzione tra il teatro e la televisione. Non capisco ma mi fanno sorridere. E poi le luci si abbassano. La musica inizia. La Dea. Eve. Si manifesta…

 

Continua…

 

Monsieur ViVO