Burlesque School Milano: tradizione e contemporaneità nel corso di Mitzi


Per alcuni mesi abbiamo preferito evitare di scrivere di corsi di burlesque nei nostri post. Una scelta dovuta al fatto che, nella maggior parte dei casi, tali corsi non rispondevano alle nostre aspettative. Ora, abbiamo finalmente il piacere di pubblicare il resoconto del nostro incontro con Mitzi Von Wolfgang, fondatrice della Burlesque School di Milano.

Cominciamo con le presentazioni. Chi è Mitzi Von Wolfgang?
Sono una donna che ha avuto la grande fortuna di far coincidere il suo lavoro con la sua passione per la danza. La scoperta del teatro burlesque diversi anni fa in Canada, è stato un amore a prima vista, che ha dovuto aspettare il momento giusto – il revival del burlesque come lo conosciamo oggi. Decisi allora di specializzarmi presso la Ministry of Burlesque Academy, di Londra, la prestigiosa scuola che soddisfa pienamente tutte le mie aspirazioni, perché potenzia sia l’espressione e l’interpretazione teatrale, che l’elemento danza. Sono proprio questi i punti chiave che io cerco di privilegiare nei miei corsi.

Oltre a contribuire alla diffusione dell’arte del burlesque, qual è l’obiettivo del tuo corso?
Già da tempo mi rammaricavo della scarsissima femminilità delle ragazze e donne che incontravo quotidianamente. E’ chiaro che certe di noi nascono con un potenziale seduttivo maggiore (e qui non parlo della bellezza fisica) e lo esprimono attraverso un certo tipo di portamento, gestualità, espressioni: ritengo, però, che ogni donna porti in sé un carico di femminilità e sensualità che, talvolta, teme di rivelare. L’obiettivo del corso che propongo, oltre che insegnare le pose, gestualità, espressioni, i passi di danza, l’uso di accessori glamour come i guanti lunghi, i boa e ventagli di piume e saper togliere i vestiti “in un certo modo”, è di riuscire a sviluppare o potenziare quella ricchezza del fascino femminile in tutte le sue forme, grazie all’apprendimento delle tecniche di base.

Nel programma del tuo corso ci sono elementi assolutamente classici, come il bump’n’grind e la fan dance. Quanta importanza ha, nel burlesque contemporaneo, l’approfondimento della tradizione?
Penso che sarebbe molto riduttivo imparare solo a togliere i vestiti nella maniera “retrò”; in quel caso non parliamo più di burlesque , ma di semplice striptease; che, per quanto ben riuscito possa essere, è ben altra cosa. Il burlesque è invece un’arte, e solo studiando gli elementi classici e tradizionalmente usati come la fan dance, imparando in modo giusto a fare lo shimmy e il bump’n’grind, come anche certi passi di danza tradizionalmente usati, può portarci a capire tutta la bellezza e le potenzialità di espressione anche estetica di quest’ arte.

Per le tue coreografie, guardi a precisi stili di danza?
La mia formazione nei vari tipi di danza (orientale, jazz, cabaret) inevitabilmente mi porta a “rubarne” i movimenti ed incorporarli nelle coreografie che preparo con le mie allieve. Sappiamo che esistono varie sottospecie di burlesque: Sugar Burlesque , che si ispira alla classica figura e movenze da show-girl; Burlesque Militare, che usa gli accessori “militari”, come le uniformi, stivali, frustini etc; Cabaret Burlesque, di chiara inspirazione anni 30, con i movimenti che si svolgono intorno ad una sedia; poi ancora Charleston e Can-Can Burlesque e tutti quanti si ispirano ai vari tipi di danze da palcoscenico. E’ un universo infinito di possibilità e non ci sono limiti di fantasia quando si tratta di creare i numeri sempre nuovi. La mia continua fonte di inspirazione sono anche i musical (Cabaret, The Cotton Club, Moulin Rouge, L’angelo azzurro, etc.), come anche i film degli anni ‘40 o ‘50 (quelli con Marilyn Monroe o Rita Hayworth), preziosi per calarci nelle atmosfere dove regna una femminilità di glamour e charme assoluti e insuperabili.

Quali artisti ti sono di ispirazione?
Ci sono nel burlesque contemporaneo tantissime performer che ammiro, ma non citerò tutti i loro nomi, perché sarebbero davvero troppi. Sembrerà strano, ma farò per primo il nome di Charlie Chaplin, uno dei giganti del teatro-burlesque (l’interpretazione della Nonsense Song è da antologia). Poi le grandi dive: Marlene Dietrich, Marilyn Monroe, Rita Hayworth – tutte loro ballavano e cantavano meravigliosamente; Bettie Page per l’ambiguità fra l’innocenza e malizia; Josephine Baker con la sua gonnellina di banane fu una delle prime regine del burlesque. O ancora l’eterea Fan dance di Sally Rand, elegantissima e poetica.

Quali musiche usi sul palco?
Le musiche che uso variano da jazz band (David Rose, Sonny Lester, Ronnie Magri etc), a swing e boogie (Ray Gelato), al blues (Peggy Lee, Nina Simone, Etta James), da rock&roll e rockabilly (Imelda May), Shirley Bassey , al nu jazz (Montefiori Cocktail) o ancora Puppini Sisters o Christina Aguilera. Uso molto le musiche dei film : tutto James Bond, The Pink Panther, Pulp Fiction. E alla fine i miei preferiti, due italiani geniali: Fred Buscaglione e Renato Carosone, adattissimi per fare coreografie molto divertenti. Recentemente ho utilizzato un brano di Marilyn Manson per fare la coreografia per una delle ragazze che collaborano con me, dunque ogni musica che colpisce la nostra fantasia può essere quella giusta.

Com’è l’approccio delle allieve?
La maggior parte all’inizio è timida e alquanto impacciata, ma quasi subito, grazie anche all’atmosfera piena di fantasia e giocosa che si respira in classe, cominciano a divertirsi facendole pose da pin-up, le espressioni maliziose o buffe e finiscono per tirare fuori quel potenziale spesso inespresso di grinta e sensualità. Ho notato che alcune di loro sono diventate addirittura più belle, forse grazie al fatto di aver acquisito con i movimenti che hanno appreso più grazia e sicurezza e questo senza dubbio ha contribuito a migliorare la percezione di se stesse e di conseguenza, anche l’aspetto esteriore.

Nel tuo corso c’è posto per il contributo artistico delle allieve?
Ho iniziato il primo corso nell’ottobre dell’anno scorso, e le allieve che hanno continuato a lavorare con me nell’ambito del laboratorio coreografico Pink Champagne spesso propongono le loro idee per i numeri che stiamo preparando. Questo riguarda la decisione comune se adottare un movimento piuttosto che un altro, la scelta di vestiti o accessori che useremo. Alcune di loro hanno già cominciato a fare le coreografie proprie ed io le aiuto volentieri a migliorarle e perfezionarle. Il contributo delle mie allieve per me è prezioso, abbiamo un interazione molto felice.

Ringraziamo Mitzi Von Wolfgang per la sua disponibilità e auguriamo a lei (e alle sue allieve!) i migliori successi. Un ringraziamento speciale va ad Artisia.

Tutte le informazioni sul corso possono essere chieste direttamente via e-mail: info@burlesqueschoolmilano.com

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[Nell’immagine, Marlene Dietrich, una delle figure d’ispirazione di Mitzi Von Wolfgang, vista da Mimmo Rotella]

Burlesque.it Staff